Migliaia di pubblicazioni scientifiche e casi clinici peer-reviewed da consultare
Di Marco Cosentino, Veronica Vernocchi, Stefano Martini,Franca Marino, Barbara Allasino, Maria Balzola, Fabio Burigana, Alberto Dallari, Carlo Servo Florio Pagano, Antonio Palma, Mauro Rango
Introduzione – La pandemia di sindrome respiratoria acuta grave (SARS)-coronavirus-2 (CoV-2) malattia 2019 (COVID-19) è stata dichiarata nel marzo 2020. La conoscenza della fisiopatologia COVID-19 ha presto fornito una forte motivazione per l’uso precoce di farmaci antinfiammatori, antipiastrinici e anticoagulanti, tuttavia le prove sono state incorporate solo lentamente e parzialmente nelle linee guida istituzionali. I bisogni insoddisfatti dei pazienti ambulatoriali COVID-19 sono stati presto curati da reti di medici e ricercatori, che hanno sviluppato approcci farmacoterapeutici basati sulle migliori esperienze disponibili.
Metodi
Il presente studio osservazionale retrospettivo indaga caratteristiche, gestione ed esiti di un campione di pazienti COVID-19 curati in Italia da medici volontari all’interno dell’Associazione IppocrateOrg, una delle principali reti di assistenza internazionali, tra il 1° novembre 2020 e il 31 marzo 2021.
Risultati
Dieci medici hanno preso parte allo studio e hanno fornito dati su 392 pazienti COVID-19 consecutivi. L’età media dei pazienti era di 48,5 anni (range: 0,5-97). Erano il 51,3% femmine e sono state curate quando nella fase COVID-19 0 (15,6%), 1 (50,0%), 2a (28,8%), 2b (5,6%). Molti pazienti erano in sovrappeso (26%) o obesi (11,5%), con comorbidità croniche (34,9%), principalmente cardiovascolari (23%) e metaboliche (13,3%). I farmaci più frequentemente prescritti includevano: vitamine e integratori (98,7%), aspirina (66,1%), antibiotici (62%), glucocorticoidi (41,8%), idrossiclorochina (29,6%), enoxaparina (28,6%), colchicina (8,9%), ossigenoterapia (6,9%), ivermectina (2,8%). L’ospedalizzazione si è verificata nel 5,8% dei casi totali, principalmente nei pazienti curati quando erano in fase 2b (27,3%). Complessivamente, 390 pazienti (99,6%) sono guariti, un paziente (0,2%) è stato perso al follow-up e un paziente (0,2%) è morto dopo il ricovero in ospedale. Un medico ha riportato una reazione avversa al farmaco di grado 1 (ADR) (disagio transitorio o lieve) e 3 medici hanno riportato in totale 8 ADR di grado 2 (limitazione da lieve a moderata dell’attività).
Conclusioni
Questo è il primo studio che descrive gli atteggiamenti e i comportamenti dei medici che si prendono cura dei pazienti ambulatoriali COVID-19 e l’efficacia e la sicurezza del trattamento precoce COVID-19 nel mondo reale. La letalità COVID-19 nella nostra coorte è stata dello 0,2%, mentre la letalità complessiva di COVID-19 in Italia nello stesso periodo è stata compresa tra il 3% e il 3,8%. L’uso di singoli farmaci e combinazioni di farmaci descritti in questo studio appare quindi efficace e sicuro, come indicato dai pochi e lievi ADR riportati. Le prove attuali dovrebbero essere attentamente considerate dai medici che si prendono cura dei pazienti COVID-19 e dai decisori politici che gestiscono l’attuale crisi globale.
LEGGI LO STUDIO: EARLY OUTPATIENT TREATMENT OF COVID-19: A RETROSPECTIVE ANALYSIS OF 392 CASES IN ITALY | medRxiv