Migliaia di pubblicazioni scientifiche e casi clinici peer-reviewed da consultare
Di Igor Chudov
Un articolo di Nature pubblicato due giorni fa potrebbe farvi sobbalzare:
Per aumentare i tassi di vaccnazione in ritardo, gli scienziati hanno sviluppato attori specializzati in intelligenza artificiale che parlano con le persone online per convincerle a vaccnarsi.
Tutto ciò è stato realizzato in risposta alle “parti interessate”, importanti ma non citate, che chiedevano l’impiego di chatbot per migliorare l’accettazione del vaccno tra i rifiutanti:
Utilizzando il quadro RE-AIM, la valutazione del processo ha indicato una forte accettazione e un forte sostegno all’implementazione dei chatbot per i vaccni da parte degli stakeholder, con alti livelli di sostenibilità e scalabilità.
Chi sono questi stakeholder? La parola “sostenibilità” non lasciava dubbi e infatti: c’ è la Fondazione Bill e Melinda Gates dietro quest’ idea e ha speso 6.183.326 dollari per questi “chatbot ibridi per la consulenza sui vaccni”:
Johns Hopkins, un altro stakeholder globale (finanziato anche da Bill Gates), ha lanciato un chatbot chiamato Vira.
Su Twitter poi, si possono notare alcuni post di utenti stranamente simili tra loro, proprio come se li avesse generati un’intelligenza artificiale:
Sono persone reali? Chi lo sa. Potrebbero esserlo. È difficile indagare su casi specifici. Tuttavia la sensazione che possano essere operazioni automatizzate è forte.
I chatbot AI sono stati valutati in modo rigoroso – e sono risultati carenti!
Lo studio su Nature citato, è stato un tentativo di valutare l’efficacia di questi chatbot.
I risultati sono stati pessimi!
Questi sistemi di intelligenza artificiale non sono stati efficaci quando avevano a che fare con persone istruite e spesso hanno ridotto anziché aumentato le intenzioni a vaccnare, come spiega l’articolo di Nature:
I chatbot sono risultati significativamente più efficaci nel migliorare la fiducia e l’accettazione del vaccno tra le persone appartenenti a minoranze (ad esempio, non thailandesi in Thailandia e non cinesi a Hong Kong e Singapore) e con un livello di istruzione inferiore (ad esempio, al di sotto del livello universitario).
Parlare con questi chatbot ha allontanato le persone istruite dai vaccni:
Allo stesso modo, nel gruppo senior di Hong Kong, gli intervistati con un livello di istruzione universitario o superiore hanno mostrato minori probabilità di sperimentare una migliore percezione dell’importanza del vaccno [OR = 0,31 (0,18-0,55)], della sicurezza [OR = 0,18 (0,11-0,29)] e dell’efficacia [OR = 0,41 (0,26-0,67)] (Fig. 5 e Tabella supplementare 10).
Inoltre, non hanno funzionato contro gli scettici del vaccno:
Gli intervistati con una percezione del rischio più elevata hanno avuto meno probabilità di migliorare la fiducia e l’accettazione del vaccno rispetto a quelli con una percezione del rischio più bassa (Figg. 2-6 e Tabelle supplementari 9-11), il che significa che i rischi percepiti potrebbero essere stati la ragione della loro esitazione, ma l’uso del chatbot non è stato sufficiente a influenzare le loro opinioni o a ridurre le loro preoccupazioni sul vaccno.
Chatbot simili vengono impiegati per promuovere il cambiamento climatico:
Avete mai incontrato utenti online favorevoli al vaccino che sembravano bot automatizzati? Vi hanno convinto? Se la vostra risposta è “sì e no”, congratulazioni! Siete rimasti pensatori indipendenti e critici!