• Aprile 26, 2024

I primi provvedimenti del nuovo governo: stop ai tamponi per entrare negli ospedali e potrebbero presto rientrare i sanitari non vaccinati

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«Oggi la malattia è completamente diversa da quella che c’era una volta e quindi stiamo vedendo di fare in modo che man mano ci possa essere un ritorno ad una maggiore liberalizzazione». Orazio Schillaci, neo ministro della Salute, ex rettore dell’Università Tor Vergata di Roma ed esperto del comitato scientifico dell’Istituto superiore di sanità dal 2020, sul Covid prepara a un allentamento delle regole. I primi effetti li vedremo in ospedale, dove per entrare, magari per fare visita a un familiare, non saranno più necessarie le mascherine (sia pure con delle eccezioni). L’ordinanza del ministro precedente, Roberto Speranza, che regola questa materia, scade il 31 ottobre. Era stata decisa una proroga di un mese, senza andare oltre, proprio per rispettare poi le decisioni del successore. Speranza aveva scritto: «È fatto obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti». E precisava: «La presente ordinanza produce effetti dal 1°ottobre 2022 al 31 ottobre 2022».

Mancano dunque pochi giorni alla scadenza del provvedimento e ieri, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Tor Vergata, a Roma, i giornalisti hanno chiesto a Schillaci: prorogherete l’obbligo di mascherina negli ospedali? Il ministro è stato prudente nella risposta, ma ha fatto capire che l’orientamento è quello di un alleggerimento delle regole: «Adesso vediamo, ci stiamo lavorando sempre nel rispetto dei pazienti». Significa che potrebbero restare alcuni paletti per situazioni particolari – se vado ad esempio a fare visita a un familiare ricoverato immunodepresso – ma in linea di massima l’ordinanza di Speranza non sarà prorogata in quei termini. Dice una fonte della maggioranza di centrodestra: «I tempi sono cambiati, dal punto di vista epidemiologico, di certo ora andremo a una liberalizzazione. Sarà una ordinanza “aperturista”, anche se ancora deve essere definita nei dettagli». Nelle Regioni ci sono perplessità, anche alla luce dell’ultimo documento dell’Ema che preannuncia una nuova ondata a causa delle sotto varianti in arrivo. L’Emilia-Romagna si affiderà a una «forte raccomandazione all’uso delle mascherine in corsia». Il Lazio, dice l’assessore alla Salute, Alessio D’Amato, cercherà di sensibilizzare comunque sull’importanza dei dispositivi di protezione in ospedale: «Non è il momento migliore per eliminarli proprio dove ci sono i soggetti più fragili. Non solo in chiave anti Covid, ma ad esempio anche per evitare la diffusione dell’influenza. Stiamo parlando di un ospedale, per i visitatori non è comunque un grande sacrificio». L’altra novità in arrivo è il ritorno al lavoro di medici e infermieri che erano stati sospesi perché si erano rifiutati di vaccinarsi.

Dalla maggioranza di centrodestra ci sono forti spinte perché sia anticipato il loro rientro, tenendo conto che la norma in vigore estende fino al 31 dicembre l’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari. Il provvedimento di sospensione della regola è scontato e, precisano fonti della maggioranza, non si tratta di una linea “no Vax”, ma della presa atto che ci sono carenze negli organici e che la stragrande maggioranza degli operatori si è vaccinata. «E comunque la fase emergenziale è cessata». La legge in vigore ha prorogato fino al 31 dicembre la necessità del Green pass rafforzato (o del test antigenico) per fare visita a un familiare in una Rsa o in un reparto di degenza in ospedale. L’applicazione di questa regola, con il tempo è diventata meno rigorosa, ed è molto probabile che sarà anticipata la sua cessazione. Si legge sul sito istituzionale del governo nella parte dedicata all’uso della certificazione verde: fino al 31 dicembre è richiesta per «l’accesso dei visitatori ai reparti di degenza delle strutture ospedaliere, alle strutture residenziali, socioassistenziali, socio-sanitarie e hospice». Anche su questo è in corso una riflessione, ma è scontata la sua eliminazione.

FONTE

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