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Tragedia sugli spalti ieri, sabato 29 gennaio, in Gran Bretagna: un tifoso è stato colpito da un arresto cardiaco sugli spalti della partita Fulham-Blackpool. La partita è stata sospesa al minuto 16 e la macchina dei soccorsi si è messa in moto: purtroppo per l’uomo, di nome Paul Parish, non c’è stato nulla da fare ed è deceduto alcune ore dopo. Allo stadio insieme a lui c’era anche la figlia Clare, che ha condiviso su Twitter un lunghissimo post di ringraziamenti raccontando dell’impressionante solidarietà trovata nella tragedia.
«Grazie allo steward a cui ho urlato di cercare aiuto – ha esordito la ragazza – grazie al dottore con la camicia verde che stava annegando nel sudore dopo aver tentato così disperatamente di salvare la vita di mio padre, grazie ai tifosi che hanno fatto scudo a papà con le bandiere, grazie a chi mi ha fatto mangiare mezzo KitKat per darmi energia».
«Grazie – prosegue Clare – a tutti i fan che hanno applaudito il mio papà quando ha lasciato lo stadio con il cuore che batteva da solo, grazie a tutti i primi soccorritori, vorrei tanto ricordarmi i vostri nomi e i vostri volti, grazie al team dell’ambulanza che ha tentato il tutto per tutto per mantenere in vità mio padre quando ha avuto il secondo infarto».
L’annuncio della morte è stato dato dal Fulham sui propri canali social. «È con immensa tristezza che informiamo i fan del decesso del nostro tifoso Paul Parish – si legge – Paul è stato vittima di un arresto cardiaco ed è stato medicato sul posto al match del pomeriggio prima di essere trasferito all’ospedale. Condoglianze ai suoi cari».
A metà dicembre il governo di Boris Johnson aveva varato il cosiddetto “Piano B”, con l’obbligo di green pass per gli eventi all’aperto con più di 4.000 spettatori. L’obbligo per i tifosi prevedeva di accedere allo stadio con doppia dose o tampone negativo.