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Il fatto di essersi ammalata, anche in maniera severa, di Covid – 19 non era bastato a evitarle la sospensione dall’esercizio della professione, sanzione alla quale era stata sottoposta il 10 gennaio scorso dal Consiglio dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Bari, in quanto non vaccinata.
Eppure lei, la protagonista di questa vicenda, una operatrice sanitaria di Barletta, che l’infezione l’aveva contratta all’inizio di gennaio, ne aveva messo al corrente l’ordine professionale di riferimento. Ciononostante veniva sospesa fino al 15 giugno 2022. I termini poi sarebbero cambiati e perdurati fino al 31 dicembre 2022. Ma, ora come ora, conta poco, visto che quel provvedimento è stato annullato.
Lunedì scorso, il 28 marzo, il Consiglio direttivo dell’Ordine dei medici di Bari, presieduto da Filippo Anelli, accogliendo il ricorso della donna, ha deliberato l’annullamento di quel provvedimento interdittivo e ha reintegrato la professionista che potrà così riaprire il suo studio medico dopo quasi 80 giorni.
Una decisione accolta con soddisfazione dal medico e dal suo legale, l’avvocato Ruggiero Cafagna, secondo il quale quanto accaduto “dimostra la scarsa conoscenza della normativa in vigore da parte degli organi preposti a farla rispettare e la loro incapacità e interpretare la normativa stessa, perché se è vero che c’è una gran confusione dovuta a un eccesso di norme che si sono susseguite velocemente questo non giustifica e non esonera dalle proprie responsabilità chi deve farle rispettare”.
Secondo il legale, insomma, nel caso della sua assistita vi sarebbe stata, da parte della commissione che ha esaminato il caso e ne ha deliberato la sospensione, una “errata applicazione della norma di legge”.
L’assunto è semplice: avendo la professionista contratto la malattia da Coronavirus, non poteva sottoporsi a vaccinazione, così come prevede la norma, per i successivi tre mesi, fino a un massimo di sei. Tant’è che il nuovo provvedimento, che annulla la sospensione, dispone anche che la dottoressa si vaccini non oltre la data del 21 aprile prossimo, tre mesi dopo quella che il Consiglio dell’Ordine dei medici di Bari considera essere la data in cui la professionista ha contratto l’infezione.
“Anche questa è una interpretazione restrittiva – commenta l’avvocato – visto che la norma parla di un lasso di tempo che va da tre a sei mesi”.
Problemi, in ogni caso, non ve ne saranno, annuncia il legale, visto che il medico in questione intende vaccinarsi e ad aprile lo farà.
“Ciò non toglie che quell’errore di valutazione e la violazione dei presupposti della norma di legge in questione ne abbiano leso l’immagine professionale oltre ad averla danneggiata sul piano economico”, conclude l’avvocato Cafagna il quale, per tali ragioni, annuncia l’intenzione di avviare un’azione risarcitoria.