• Aprile 25, 2024

Risultati ufficiali delle elezioni. Speranza rischia di andare fuori dal Parlamento. Nelle prossime ore il verdetto della Cassazione

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A quasi due settimane dalle elezioni l’ufficio elettorale della Corte di Cassazione e il ministero dell’Interno non hanno ancora confermato l’elezione di molti parlamentari, che potrebbero lasciare il seggio ai candidati nei collegi plurinominali di altre regioni. I problemi sono dovuti alla lunghezza delle procedure necessarie per validare i risultati di ogni singola sezione.

Per come è stata pensata la legge elettorale, il cosiddetto “Rosatellum”, bastano infatti pochissimi voti per assegnare i seggi a un collegio invece che a un altro. L’incertezza, naturalmente, riguarda soltanto la parte proporzionale, che assegna i seggi alle forze politiche proporzionalmente alla percentuale che hanno preso. Al momento sembra che in bilico ci siano 13 seggi, 5 alla Camera e 8 al Senato. Invece gli eletti nei collegi uninominali, quindi con il sistema maggioritario, sono stati già definiti con sicurezza al termine degli scrutini.

Negli ultimi giorni la Corte di Cassazione ha analizzato i dati trasmessi dai presidenti di seggio al termine delle operazioni di scrutinio per individuare eventuali incongruenze. La verifica è indispensabile perché se una coalizione ha preso più voti di quelli che erano stati inizialmente calcolati, cambia anche il modo in cui i seggi vengono distribuiti sul territorio.

Il modo in cui avviene l’assegnazione non è casuale, ma si fa con il cosiddetto “calcolo dei resti”, che si può facilmente capire con un esempio: se un collegio assegna 10 seggi, e in quel collegio un partito prende il 22 per cento, quel partito ha diritto a 2,2 seggi. Gliene vengono assegnati 2 e lo 0,2 di resto viene messo da parte. Poi si mettono in fila i resti dei vari partiti in tutti i collegi, e chi ha i resti più alti ottiene i seggi da redistribuire. Lo spostamento anche di pochi voti da un partito all’altro può modificare il valore di tutti i resti e influire sul cosiddetto “effetto flipper”.

In sostanza, se una lista in un collegio ha preso più seggi di quelli stabiliti a livello nazionale deve cederli, mentre una lista che ne ha ottenuti di meno dovrà riceverli. Un seggio eccedente in Sicilia può compensarne un altro in Lombardia o altrove con un meccanismo che è stato definito “flipper” per la sua difficile prevedibilità. Il “flipper”avviene normalmente nei conteggi dei seggi proporzionali col “Rosatellum”, ma in questi casi specifici scatta per via di riconteggi. È lo stesso problema che aveva determinato la confusa assegnazione del seggio a Umberto Bossi.

Oltre alle conseguenze sull’effetto “flipper”, quest’anno si è riproposto un problema già emerso nel 2018. Nella circoscrizione Campania 1 il Movimento 5 Stelle ha vinto tutti e 7 i collegi uninominali oltre a 6 seggi nella parte proporzionale. Ma molti dei candidati nei collegi plurinominali sono stati eletti anche altrove facendo scattare il seggio per gli altri candidati in posizione più bassa.

Il buon risultato del Movimento 5 Stelle ha fatto sì che il numero dei candidati non fosse sufficiente a coprire i 6 seggi vinti: ne mancano tre. Le regole prevedono che in questi casi si eleggano i candidati dello stesso partito perdenti nei collegi uninominali, ma nel caso del collegio Campania 1 non è possibile perché sono stati vinti tutti dal Movimento 5 Stelle. I voti degli elettori campani consentiranno quindi di eleggere parlamentari di altre regioni, ma non è ancora chiaro chi.

Oggi sabato 8 ottobre è attesa una conferma dalla Corte di Cassazione sui riconteggi e sui nomi di tutti i parlamentari eletti. Secondo le ricostruzioni di diversi giornali, tra le possibili modifiche ci sarebbe l’elezione di Elisabetta Piccolotti dell’alleanza Verdi-Sinistra nel collegio di Bari al posto di Giovanni Paglia, candidato per lo stesso partito, ma nel collegio proporzionale di Bologna.

Michele Guaitini, segretario dei Radicali di Perugia, ha spiegato su facebook ed anche attraverso un’intervista a Radio Radicale di avere subito compreso già in prima battuta come la ricostruzione effettuata sul voto non fosse esattamente rispondente ai suoi dati.

Un elemento importante è che i dati di Eligendo sono frutto di quanto dettato a telefono ma già nel 2018 ho verificato che quei dati sono risultati quasi sempre da aggiornare, spesso per numeri piccoli e dunque non influenti ma spesso anche per numeri più grandi fino addirittura a 5000 voti di differenza registrati in Calabria. Per cui è bene attendere l’esito del conteggio delle singole schede per capire come sono andate le cose”. Anche perché da una rapida verifica alcuni dati contano solo l’attribuzione dell’uninominale lasciando dunque la necessità di una ripartizione sulle liste o di una definizione del voto di lista ad una verifica successiva che dovrà toccare proprio alla Corte di Cassazione.

Un computo dunque non completo che potrebbe aver in qualche modo modificato l’esito di alcune situazioni come conferma lo stesso Guaitini nella sua ricostruzione. “Verosimilmente la sorpresa potrebbe scattare in 8 situazioni, alcune molto difficili da verificarsi, altre tutt’altro che impossibili”. Uno di questi casi riguarderebbe Campania 1 e direttamente il ministro lucano della Salute Roberto Speranza. “Forza Italia potrebbe strappare un seggio al PD. Ci sono 5.294 voti di differenza ma arrivano rumors di consistenti differenze con i dati presenti nei verbali per cui la prendiamo in considerazione. Entrerebbe Guido Milanese e potrebbe uscire per il PD addirittura il ministro della salute Roberto Speranza (ma il seggio per il PD potrebbe saltare in Veneto 1 anziché in Campania 1, questione di poca differenza nei resti…)”. Una ricostruzione che avrebbe evidentemente del clamoroso con effetti a catena che potrebbero rimettere in gioco il seggio dello stesso Umberto Bossi.

Due i casi che interessano invece la Basilicata. Uno che partirebbe dal riconteggio dei voti che riguardano la Calabria dove “l’ultimo seggio con i resti è stato preso dal centrodestra con il centrosinistra non troppo lontano, 1795 voti di differenza. Nel caso il centrosinistra riuscisse con il riconteggio a prendere il seggio avremmo una infinita serie di effetti a cascata” scrive Guaitini. “Enza Bruno Bossio del PD conquista il seggio in Calabria dove lo perde Elisa Scutellà del M5S». Un effetto a catena che porta “infine in Basilicata dove perde il seggio FDI con Aldo Mattia e lo conquista FI con Michele Casino”.

Una seconda opzione partirebbe da uno stravolgimento in Abruzzo della situazione anche se in questo caso l’opzione appare più complessa. “Si contendono l’ultimo seggio il terzo polo e il centrosinistra per 3.660 (sono parecchi per una regione piccola, quindi ipotesi molto improbabile). Qualora il centrosinistra riuscisse a strapparlo entrerebbe Stefania Di Padova del PD ai danni di Giulio Sottanelli del TP. Il terzo polo recupererebbe il proprio seggio in Umbria con Giacomo Leonelli e lo perderebbe Emma Pavanelli del M5S. In Piemonte 1 perde il seggio per il PD Maria Cecilia Guerra e lo conquista FDI con Immacolata Zurzolo. In Basilicata perde il seggio FDI con Aldo Mattia e lo conquista FI con Michele Casino. Infine in Lombardia 2, Bossi perde il suo seggio a favore di Alessandra Todde del M5S (già eletta in Sardegna dove lascerebbe il posto alla Cherchi)”.

Effetti a catena quelli descritti dal segretario dei radicali di Perugia che potrebbero non limitarsi a questi otto casi ma coinvolgerne anche altri. Per cui la partita è più che mai aperta e probabilmente solo tra domani e venerdì si capirà qualcosa di più. Intanto in pochi sembrano avere certezze ed almeno un’altra decina di situazioni con riflessi a catena potrebbero cambiare.

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