Migliaia di pubblicazioni scientifiche e casi clinici peer-reviewed da consultare
“E’ con infinita tristezza che apprendiamo della morte di Julie Le Galliard all’età di 31 anni domenica sera all’ospedale di Marsiglia dopo aver lottato per due mesi contro le complicazioni dovute al Covid 19”, scrive in un comunicato la Federazione francese di boxe.
In molti si chiediono se Julie Le Galliard sia stata vaccinata. In un tweet si legge: “il suo ultimo post su Instagram e poi un suo amico hanno confermato la doppia dose di vaccino e che è tornata in ospedale solo pochi giorni dopo il suo vaccino!” Se alcuni additano la responsabilità del vaccino in questa morte, altri invece si stupiscono, sempre sui social, che la sportiva possa essere stata uccisa dal Covid, nonostante fosse vaccinata.
Secondo due parenti della ragazza “il vaccino non è in alcun modo coinvolto nella sua morte, che si spiega con una serie di elementi tragici che iniziano con l’infezione da Covid”, assicura uno, pur chiedendo l’anonimato. “Il vaccino non è assolutamente la causa della morte”, conferma Johan, un amico d’infanzia. “Faceva parte del primo gruppo di vaccinati per patologie gravi, e non aveva alcun richiamo (la terza dose). Quindi l’immunità dalla sua vaccinazione è diminuita drasticamente. Ma il vaccino non l’ha uccisa. Julie aveva una patologia respiratoria, una malattia rara che la rendeva una persona ad alto rischio. Questa malattia potrebbe anche aver peggiorato le cose”.
“Julie ha avuto subito complicazioni legate al Covid” dichiara una sua parente a Le Parisien. “Ha dovuto essere intubata molto presto e al momento di questa intubazione sembrava che ci fosse un problema con la sua trachea, che era danneggiata. Doveva essere operata. Julie è rimasta a lungo in coma e ha passato gli ultimi due mesi della sua vita in condizioni molto complicate. È infinitamente triste”.
La stessa Julie Le Galliard ha menzionato questa malattia in passato. Nel 2015 ha rilasciato un’intervista.
La sportiva aveva dichiarato: “Non parlo a nessuno della mia malattia (immunodeficienza comune variabile, DICV). Concilio molto bene sport ad alte prestazioni e malattia. A volte mi stanco, ma ho uno stile di vita sano che mi permette di rimanere efficiente. Questo è il trattamento più difficile da assumere – terapia con immunoglobuline ogni tre settimane – a causa dei miei numerosi viaggi ”.
Secondo il sito Orphanet , che raccoglie informazioni sulle malattie rare, il DICV riguarda “un gruppo eterogeneo di malattie”, che si manifestano tra l’altro “con bronchiti, sinusiti, otiti e polmoniti ricorrenti in oltre il 98% dei casi; la sua complicanza maggiore è la polmonite cronica”.