Migliaia di pubblicazioni scientifiche e casi clinici peer-reviewed da consultare
“Se le persone, in buona fede, si affidano allo Stato che spinge ad aderire alle campagne vaccinali a costo dei rischi inevitabilmente connessi, lo Stato deve assumersi la responsabilità delle conseguenze negative. Sembrerebbe ovvio, ma non è affatto così”. (dott. Paolo Bellavite).
E’ stato pubblicato questa settimana il libro “I Danneggiati da Vaccino – Fantasmi dello Stato, prigionieri del silenzio” scritto da Nadia Gatti fondatrice del CONDAV (Coordinamento Nazionale Danneggiati da Vaccino).
Se la classe medica può accettare che esistano gli effetti collaterali dei farmaci, come può negare che esistano i danni causati dai vaccini? Se il vaccino è un farmaco, come tale può avere effetti avversi importanti e, in alcuni casi, può provocare la morte. È forse possibile ammettere che si possa negare questa evidenza? Eppure chi incarna il danno, chi personifica questo effetto negativo, chi è lì a testimoniare che, appunto, esiste anche l’altra faccia della medaglia, viene marginalizzato, smentito, umiliato, ne viene negata l’esistenza.
Dalla fondatrice del CONDAV (Coordinamento Nazionale Danneggiati da Vaccino), l’analisi dettagliata e impietosa di una madre che ha vissuto e vive in prima persona – assieme al marito e i 4 figli – cosa significa vedersi trasformata la propria esistenza per un effetto collaterale di un vaccino.
Nadia Gatti ha iniziato un’avventura “ai confini della realtà” e durante gli anni ha conosciuto molte altre persone e famiglie nelle sue stesse condizioni. Leggendo le testimonianze scoprirai che l’evidenza è stata e viene costantemente rifiutata e che, in alcuni casi si è veramente tentato “l’impossibile” per cercare di rendere giustizia ai danneggiati.
Completa l’opera la relazione su quanto è emerso, ma poi ignorato, sui danni provocati dalle vaccinazioni ai militari italiani: ne è autore il vice Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta.
Il tema centrale del libro riguarda le difficoltà, gli ostacoli e i “muri di gomma” che il danneggiato e la sua famiglia trovano sulla strada verso il riconoscimento previsto dalle leggi. Ciò che emerge, paradossalmente, è che tali ostacoli sono posti dallo Stato che ha promulgato le leggi che dovrebbero consentire il riconoscimento.