Migliaia di pubblicazioni scientifiche e casi clinici peer-reviewed da consultare
Le critiche nei confronti dell’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario che è in vigore da metà marzo, stanno diventando sempre più forti in Germania. Ospedali, ambulatori medici, day clinic e case di riposo sono interessati. Anche il personale amministrativo e i dirigenti di queste istituzioni sono costretti a farsi somministrare i vaccini, che sono ancora solo condizionatamente approvati.
La Corte costituzionale federale non ha avuto dubbi. A metà maggio, la più alta corte tedesca ha respinto una causa contro l’obbligo di vaccinazione del personale sanitario. Secondo i giudici, la protezione dei cosiddetti gruppi vulnerabili è più rilevante costituzionalmente della violazione dei diritti fondamentali per i lavoratori del settore dell’assistenza e della sanità, la Corte Suprema tedesca ha stabilito quindi che la vaccinazione obbligatoria contro il COVID nel settore sanitario sia costituzionalmente giustificata.
Il libero Stato di Sassonia, il primo distretto federale tedesco si oppone ora al pronunciamento della corte suprema.
“È fondamentale garantire la sicurezza dell’approvvigionamento“, ha sottolineato l’amministratore distrettuale della Sassonia centrale, Michael Damm. Mentre altrove le persone sono già state licenziate, l’ufficio sanitario locale della Sassonia centrale ha confermato nel frattempo 1.200 sanitari inadempienti possono continuare il loro lavoro senza restrizioni, secondo un portavoce dell’ufficio distrettuale. Le sanzioni previste dalla legge come la multa di 2.500 euro e il conseguente divieto di svolgere il prorio lavoro, sono state ignorate.
Reclamo di vigilanza contro Karl Lauterbach
Per il ministro della Salute sassone Petra Köpping, questo è legittimo. La ragioone sta nel fatto che la sicurezza dell’approvvigionamento non sembrarebbe essere altrimenti garantita in tutte le circa 570 strutture di assistenza della regione. Un totale di circa 3.200 dipendenti sono stati segnalati all’autorità perché non vaccinati o guariti, né in grado di presentare un certificato medico. 120 istituzioni hanno riferito che l’applicazione della legge sull’obbligo vaccinale che imporrebbe un divieto d’ingresso e di attività per i lavoratori interessati, metterebbe gravemente a repentaglio la sicurezza dell’approvvigionamento delle cire mediche essenziali.
L’amministratore distrettuale Matthias Damm aveva già richiamato l’attenzione sulla situazione precaria nelle strutture di assistenza in una lettera a Karl Lauterbach due mesi e mezzo fa.
La sua richiesta all’incrollabile sostenitore della vaccinazione: “L’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario deve essere sospeso a causa della difficile situazione dei lavoratori. Dubito della legalità di questa misura, poiché vaccinati e non vaccinati trasmettono allo stesso modo le attuali varianti Covid”.
Lauterbach aveva liquidato la richiesta di Damm come una “lettera senza senso”. “Lauterbach mi ha spazzato via”, ha inveito l’amministratore distrettuale della Sassonia centrale contro la “Chemnitzer Tageszeitung” – e aveva presentato una denuncia contro Lauterbach.
Il Meclemburgo-Pomerania Occidentale rimane fedele alla linea
Resta da vedere se questa iniziativa sarà estesa ad altri stati federali come modello per aggirare l’obbligo di vaccinazione per i sanitari. Nel Meclemburgo-Pomerania occidentale, ad esempio, il Ministero della Salute identifica un “urgente bisogno di azione” per quanto riguarda l’obbligo di vaccinazione dei sanitari, quando si segnalano dipendenti non vaccinati.
Alle istituzioni interessate è stato chiesto di segnalare i dipendenti tramite la piattaforma “Impf-MV” che non hanno ancora fornito le prove richieste. Anche se ci sono dubbi sull’autenticità della prova richiesta, è necessario effettuare una segnalazione. Chiunque non rispetti queste disposizioni deve aspettarsi una multa.
Indipendentemente da tutto, c’è un dato importante: la Sassonia centrale mostrerà almeno se ci sono differenze significative nel processo di infezione rispetto alle istituzioni in cui l’obbligo di vaccinazione continua ad applicarsi.