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Testimonianza di Azzurra, 28 anni, riportato dalla pagina Facebook del Comitato Ascoltami lo scorso 10 dicembre:
“Sono Azzurra, ho 28 anni e vengo dalla Provincia di Pistoia. Ho avuto accesso alla prima vaccinazione con Astrazeneca lo scorso 25 Marzo, rientrando nella categoria del personale scolastico e universitario. Dopo circa 7h dall’inoculazione ho iniziato ad avvertire forti bruciori agli arti inferiori, seguiti nelle ore e giorni successivi da febbre alta, linfonodi del collo ingrossati, parestesie migranti ed eritema vescicolare su collo, zona retroauricolare e mani. Dopo una iniziale e promettente, seppur parziale, risoluzione dei sintomi, a seguito di terapia con Nicetile e complesso vitaminico B, a partire dalla prima metà di luglio ho registrato una forte recrudescenza della sintomatologia, con dolori urenti, scosse elettriche, parestesie a tutto l’emisoma sinistro (lato inoculazione), febbricola, difficoltà a discriminare variazioni di temperatura, freddo gelido alle estremità, severa difficoltà di concentrazione, astenia già dal risveglio e progressiva e ingravescente difficoltà di deambulazione che mi ha portato ad un ricovero in Agosto per sospetta Guillan-Barrè. Dai primi di settembre ho inoltre sviluppato una orticaria con angioedema alla gola, per la quale mi trovo tutt’oggi sotto antistaminici. Ho presentato due segnalazioni all’AIFA, la prima dopo una decina di giorni dall’inoculazione e la seconda a sei mesi di distanza, ma non ho mai ricevuto risposta. Oggi, nove mesi dopo quella prima e unica dose, dopo ripetute indagini diagnostiche, analisi approfondite e visite specialistiche pagate di tasca propria, mi ritrovo con diagnosi di malattia neurologica rara (Neuropatia delle Piccole Fibre) associata a diffusa infiammazione da IL-8, chemochina coinvolta nel processo infiammatorio per infezione da Sars-Cov-2, pur non avendo mai avuto il covid, neanche in forma asintomatica. Ero una ragazza dinamica, piena di sogni e di speranze, nel pieno delle forze fisiche e all’ultimo anno di un dottorato di ricerca. Oggi sono una persona con evidenti difficoltà, che spesso necessita di assistenza, che ha visto il proprio stile di vita radicalmente sconvolto e che deve accettare non solo la malattia, ma si trova a dover sopportare anche il silenzio che si cerca di imporre a chi ha avuto la sfortuna di sviluppare un evento avverso. L’unica cosa che non mi è stata tolta, però, è il sorriso. Il sorriso di chi non si arrende”.
