• Marzo 28, 2024

Gli atleti professionisti sono diventati il campanello d’allarme per gli eventi avversi da vaccino Covid?

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L’improvvisa ondata di emergenze sul campo ha sollevato domande tra diversi veterani esperti del gioco …

Gli studi mostrano un legame tra alcuni vaccini e problemi cardiaci e in questo periodo stiamo assistendo a numerosi episodi di malori di atleti professionisti che crollano sul campo come mai prima d’ora. Questi incidenti sono eventi normali, coincidenze o eventi avversi legati alla vaccinazione obbligatoria?

Sempre più paesi rendono le vaccinazioni requisito obbligatorio per partecipare a molti aspetti della vita, inclusi gli eventi sportivi. Gli stadi di tutto il mondo sembrano essere diventati una sorta di palcoscenico di prova per determinare l’esito di questa politica. Finora i risultati non sembrano essere particolarmente incoraggianti.

Il mese scorso, il mondo del rugby femminile è stato scosso dalla notizia della morte improvvisa della scozzese Siobhan Cattigan, 26 anni, mancata improvvisamente “in circostanze non sospette”, come riportato dal Daily Mail. Eppure ogni volta che un giovane – magari un atleta sano – muore inaspettatamente, c’è qualche elemento intrinseco per sospettare. Forse non in senso penale, ma certamente da un punto di vista medico.

Inoltre, se la morte prematura della Cattigan, la cui causa non è stata rivelata, fosse stata un evento isolato, allora potrebbe essere considerata una sorta di tragico “colpo di sfortuna”. Sembra, tuttavia, che la sua morte improvvisa non sia stata un evento isolato, ma piuttosto parte di una tendenza inquietante nel mondo dello sport.

Il mese scorso, tre atleti professionisti hanno avuto gravi problemi di salute nella stessa settimana. Il giocatore di football del Wigan Athletic, Charlie Wyke, 28 anni, ha subìto un arresto cardiaco ed è stato trasportato in ospedale.

Giorni dopo, John Fleck, 30 anni, un giocatore dello Sheffield United, è stato trasportato fuori dal campo in barella durante una partita di campionato contro il Reading. Il Daily Mail, citando una fonte anonima, ha riferito piuttosto compulsivamente che “il problema di John Fleck non era correlato alla vaccinazione”. L’elenco non finisce qui.

Alla fine di ottobre, il giocatore del Barcellona Sergio Aguero, 33 anni, considerato uno dei migliori attaccanti del mondo, ha dovuto interrompere la sua folgorante carriera, dopo che gli è stata diagnosticata un’aritmia cardiaca dopo una partita; il 1 ° novembre, il centrocampista islandese Emil Palsson, 28 anni, è finito in rianimazione dopo un arresto cardiaco a 12 minuti di gioco; il 12 giugno, il centrocampista danese Christian Eriksen, 29 anni, nominato calciatore danese dell’anno per ben cinque volte, ha avuto un infarto durante Euro 2020 e ha dovuto subìre rianimazione cardiopolmonare. Ha annunciato il suo ritiro dallo sport dopo essere stato costretto all’utilizzo di un defibrillatore cardiaco impiantabile, un dispositivo utilizzato nei pazienti a rischio di morte improvvisa.

Qualcuno di questi incidenti è stato pubblicamente correlato ai vaccini Covid obbligatori? Assolutamente no.

Tutti i medici interpellati dai media su questi incidenti sono stati inclini a parlare di semplici “coincidenze”. 

La conclusione di Reuters, dopo aver consultato un certo numero di esperti medici, è stata che : “Non c’è nessuna prova che i vaccini COVID-19 siano correlati alle morti per miocardite e ai malori degli atleti”.

Tuttavia, l’improvvisa ondata di emergenze sul campo ha sollevato domande tra diversi esperti sportivi.

“Nei miei 19 anni come calciatore professionista e poi nei miei oltre 20 anni da cronista, non ho mai visto NESSUN giocatore crollare, svenire, ecc. Né dal vivo né durante nessuna delle migliaia di sessioni di allenamento e partite a cui ho preso parte”, ha osservato l’ex calciatore professionista Kevin Gage su Twitter.

L’ex star inglese Trevor Sinclair parlando dell’incidente che ha coinvolto Fleck alla stazione radio TalkSport, ha commentato: “Penso che tutti vogliano sapere se lui (Fleck) ha fatto il vaccino Covid”.

Prove aneddotiche a parte, c’è qualcosa nella letteratura medica che suggerisca una correlazione? La risposta punta all’affermativo, con vari studi che indicano possibili problemi di salute associati ai vaccini, ma questi rischi, anche se rari, vengono minimizzati dai social media e dai media mainstream.

All’inizio di novembre, l’American Heart Association, (che non è certo gruppo di teorici della cospirazione), ha pubblicato uno studio con il lungo titolo: “Abstract 10712: Mrna COVID Vaccines Dramatically Increase Endothelial Inflammatory Markers and ACS Risk as Measured by the PULS Cardiac Test: a Warning”.

La conclusione dell’American Heart Association sembra degna di una certa attenzione: “Concludiamo che i vaccini a mRNA aumentano drasticamente l’infiammazione sull’endotelio e l’infiltrazione delle cellule T del muscolo cardiaco e questo può spiegare l’aumento delle trombosi, cardiomiopatie e altri eventi vascolari dopo la vaccinazione“.

Nonostante la reputazione di lunga data dell’AHA, Twitter ha fissato un messaggio di avvertimento sul link allo studio, sostenendo che potrebbe essere “pericoloso“.

Nel frattempo, il primo “assaggio” dei dati sulla sperimentazione del vaccino Covid-19 di Pfizer – che viene rilasciato al ritmo terribilmente lento di 500 pagine al mese, il che significa che la piena divulgazione non avverrà fino all’anno 2076 – parla chiaro.

Zerohedge, citando il giornalista Kyle Becker, ha riferito che “ci sono stati un totale di 42.086 casi clinici per reazioni avverse (25.379 confermati dal punto di vista medico, 16.707 non confermati dal punto di vista medico), con 158.893 eventi totali.

Più di 25.000 degli eventi sono stati classificati come “disturbi del sistema nervoso“.

Nonostante questo, per le autorità nulla di tutto ciò dimostra che i vaccini siano da biasimare per l’ aumento dei malori e decessi che si stanno verificando in vari eventi sportivi. Anzi, è stato suggerito che il Covid-19 stesso potrebbe essere la causa dell’aumento della frequenza dell’arresto cardiaco,a causa di “una risposta infiammatoria”, ha dichiarato a WebMD il dottor Satjit Bhusri, cardiologo del Lenox Hill Hospital di New York City.

Il punto è che semplicemente non lo sappiamo. Mentre il mondo si fa strada faticosamente attraverso questo periodo di oscurità impenetrabile, sembrerebbe saggio non scartare alcuna possibilità, non importa quanto inquietante. Questo è l’unico modo per permettere alla scienza di determinare indiscriminatamente i fatti.

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