• Aprile 20, 2024

Rimini, 60 medici scrivono una lettera di protesta all’Ordine contro i vaccini Covid. Chiedono trasparenza

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Circa una sessantina di medici riminesi, tra cui anche professionisti che hanno scelto di non vaccinarsi contro il coronavirus, chiedono all’Ordine un confronto su come è stato affrontato il covid, in particolare sul vaccino che a loro avviso ha mostrato di non essere efficace.

Al gruppo hanno dato il nome “Siamo medici” e nell’ultima assemblea dell’ordine hanno chiesto di “discutere dati di letteratura scientifica sul Covid e sui trattamenti utilizzati per fermare la diffusione del contagio, oltre a un confronto sulle modalità perentorie con le quali si devono accettare protocolli terapeutici“. Hanno ottenuto un incontro proprio per riflettere su queste tematiche.

Molti di loro si sono presentati all’assemblea e hanno letto una lettera in cui scrivono: “siamo un gruppo eterogeneo di medici che si presenta qui per aprire con voi da oggi un dialogo sincero e costruttivo, non nella divisione ma nel rispetto delle reciproche convinzioni. In questi ultimi due anni abbiamo dovuto tutti affrontare il duro periodo pandemico: alcuni di noi si sono vaccinati con tre dosi, altri solo con una o due dosi contraendo nella maggior parte dei casi anche la Covid; altri fra noi hanno scelto di non vaccinarsi per libera scelta o per precauzione perché portatori di condizioni o patologie che costituiscono un fattore di rischio. La maggior parte di noi comunque ha acquisito un’immunità naturale da malattia“.

Il gruppo contesta l’efficacia del vaccino, riporta news rimini : “da mesi, tutti ci siamo resi conto che i vaccini non hanno mantenuto le aspettative che ci erano state prospettate, quelle cioè di fermare la pandemia e restituirci la libertà. A fronte dell’inefficacia nel prevenire contagi e diffusione di mutazioni del virus originario, è esperienza comune, oramai quotidiana, quella di assistere, spesso impotenti, alla evidenza di effetti collaterali, anche gravi, provocati ai danni della popolazione. Lo scopo del nostro Ordine è quello di tutelare la salute pubblica e noi tutti siamo il nostro Ordine: ma cosa stiamo facendo per tutelare la salute dei cittadini? Stiamo assistendo, decreto dopo decreto, ad una abdicazione della medicina alla politica. Ma noi non siamo politici, siamo medici! Abbiamo fatto un giuramento col quale ci siamo impegnati ad “operare in libertà ed Indipendenza di giudizio e di comportamento, rifuggendo dai condizionamenti, al fine di perseguire la difesa della vita e la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo”. Siamo sicuri di mantenere fede a questo giuramento?”

Non possiamo non farci delle domande di fronte ad un vaccino dalle dubbie potenzialità che viene imposto a noi per primi, pena la sospensione dal lavoro, un vaccino presentato come privo di controindicazioni eludendo il principio di precauzione e la possibilità che quello che è salutare per una persona può non esserlo per un’altra. È ormai sempre più evidente e sempre meno occultabile, la comparsa di effetti collaterali gravi, quando non addirittura mortali. Quante dosi saremo ancora costretti a subire? Quante dosi saremo ancora disposti a fare? E quante dosi potremmo sopportare prima di giungere ad un punto di non ritorno? (Ricordiamo che la sperimentazione, fra l’altro non ancora conclusa, non è andata oltre le prime due dosi.)”

E poi la richiesta: “Chiediamo formalmente di istituire tavoli tecnici di studio della letteratura emergente, di sollecitare la sorveglianza attiva e di promuovere incontri scientifici di confronto fra professionisti sanitari. Siamo medici e vogliamo tornare ad esserlo pienamente, esercitando in scienza e coscienza questa nostra meravigliosa professione“.

Ma la risposta non ha tardato a giungere e probabilmente non era quella che i coraggiosi medici si auguravano.

L’ira del presidente Grossi: «Sono minoranza, il 97% sposa tesi scientifiche. Non solo hanno letto una lettera in cui hanno messo in dubbio l’efficacia del vaccino ma hanno pure tentato di sabotarci votando contro l’approvazione del bilancio dell’ordine professionale».

A parlare come riportato dal Corriere di Bologna è il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Rimini, Maurizio Grossi. È andato su tutte le furie dopo la diffusione da parte del gruppo dei sessanta iscritti riminesi della lettera sottoscritta in cui viene messa in dubbio l’efficacia dei vaccini «nel prevenire contagi e diffusione di mutazioni del virus originario» e dell’«esperienza comune oramai quotidiana, quella di assistere, spesso impotenti, alla evidenza di effetti collaterali, anche gravi, provocati ai danni della popolazione».

Il presidente dei medici, interpellato, spiega la sua versione dei fatti. Conferma che l’ordine ha accordato l’organizzazione di un incontro «ma basato come sempre su solide certezze scientifiche», che ovviamente non mettono in dubbio l’efficacia e la sicurezza dei vaccini.
Il «blitz» all’assemblea sul bilancio
Il tentativo di «non far passare il bilancio in votazione» di cui parla il presidente Grossi merita invece un capitolo a parte. La lettera in questione in cui medici scrivono di essersi «fidati ciecamente di una scienza trasformata in dogma, dove il dubbio è stato silenziato e punito» e di non poter «più continuare a far finta che tutto vada bene per paura di dissentire» è stata diffusa nella mattinata di mercoledì 4 maggio. «Ma la lettura della stessa in assemblea pubblica risale al 20 aprile quando si l’assemblea dei medici si è riunita per il consuntivo di bilancio. I membri di «Siamo medici» si sono presentati circa in 30. Di solito per prassi non si tratta di assemblee partecipate», spiega il presidente Grossi, che con un velo di ironia ammette: «La nostra intelligence, per così dire, aveva avuto sentore che qualcosa sarebbe accaduto. In pratica la strategia è quella di votare contro il bilancio come forma di protesta, è sta andando in scena in tutta Italia. Abbiamo dovuto raccomandare agli iscritti di presenziare e votare a favore. Anche il bilancio dell’ordine provinciale è solidissimo. Voglio ricordare e sottolineare che il 97% dei medici iscritti a Rimini è vaccinato e sposa tesi scientifiche».

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