• Aprile 25, 2024

Danni da vaccino in prima pagina oggi 15 ottobre: “Malata dopo il vaccino covid”. La donna vuole denunciare la casa farmaceutica ma Pfizer scarica la responsabilità sugli Stati

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Oggi, sabato 15 ottobre, il quotidiano La Prealpina pubblica in prima pagina la storia di una donna 48enne della provincia di Varese finita in sedia a rotelle dopo il vaccino covid.

“Ero sanissima”, dice Rosina Corsello, l’ultima influenza a dieci anni, mai un certificato di malattia sul lavoro. Poi, tra giugno e luglio dell’anno scorso, mi sono vaccinata contro il Covid ed è iniziato un incubo, una tortura, soprattutto ai piedi, che è durata nove mesi. A un certo punto non potevo camminare e ho dovuto usare una sedia a rotelle. Ho visto tanti medici, ma hanno iniziato a curarmi davvero solo al San Matteo di Pavia, una struttura di assoluta eccellenza, la mia salvezza. Per fortuna ora sto meglio e per me ha davvero un senso dire che ho iniziato a vedere la luce in fondo al tunnel”.

Rosina ha 48 anni, vive ad Azzate con il marito e un figlio, lavora come assicuratrice in provincia di Como. Dopo il vaccino covid è stata colpita da una malattia autoimmune molto rara: il pemfigo vegetante, patologia ad andamento cronico e potenzialmente fatale.

Alla base della patologia c’è una reazione immunitaria diretta contro la desmogleina, una famiglia di glicoproteine costitutive dei desmosomi, e coinvolge immunoglobuline generalmente del tipo IgG4, e in alcune forme più rare IgA.

Il pemfigo è caratterizzato dalla presenza di bolle e piaghe sulle mucose, più comunemente all’interno della bocca che spesso coinvolgono anche la pelle.

L’area della mucosa più comunemente colpita è l’interno della bocca ma altri includono la congiuntiva, l’esofago, le labbra, la vagina, la cervice, il pene, l’uretra e l’ano. Queste bolle sono spesso molto dolorose, non danno prurito e possono diffondere alla laringe causando raucedine e rendere difficile il deglutire e il mangiare. Le lesioni cutanee, invece, si presentano sotto forma di vescicole flaccide a pareti sottili piene di fluido chiaro: queste possono rompersi facilmente causando erosioni dolorose, trasudare ed infettarsi. Le erosioni nelle pieghe della pelle possono svilupparsi in lesioni vegetative che sono granulari e dall’aspetto crostoso (in questi casi si parla di pemfigo vegetante, la specifica patologia autoimmune che si è scatenata nel corpo di Rosina).

Secondo i medici che seguono Rosina Corsello, la malattia è con un altissimo grado di probabilità una reazione avversa al vaccino covid Pfizer.

“Dal pemfigo non guarirò mai – spiega Rosina – ma posso tenerlo sotto controllo. Fino a qualche settimana fa andavo a Pavia due volte alla settimana, prendo ancora un antibiotico e il cortisone, e in precedenza ho fatto la chemioterapia. La malattia ha avuto un impatto pesantissimo su di me e sulla mia famiglia, sul mio lavoro e sul mio modo di vivere”.

Per questo Rosina si è rivolta già mesi fa a un legale, l’avvocato Massimo Masciocchi, che ha scritto al Ministero della Salute, alla Regione Lombardia e all’Asst Sette Laghi chiedendo l’indennizzo previsto dalla legge dal momento che «è evidente, come anche evidenziato nei referti medici, la stretta correlazione tra la vaccinazione anti Covid e la suddetta malattia (il pemfigo vegetante, ndr) anche in considerazione della circostanza che la signora Corsello, in passato, non ha mai sofferto di patologie di rilievo né, tantomeno, di malattie autoimmuni o riguardanti il sistema immunitario».

Rosina Corsello si presenterà davanti alla Commissione Medico Ospedaliera nel prossimo mese di marzo, mentre a nulla è servito finora interpellare Pfizer con una richiesta di risarcimento danni. La multinazionale farmaceutica ha risposto infatti all’avvocato Masciocchi, in sintesi, che le autorità europee, autorizzando il vaccino, «hanno stabilito che le evidenze supportano una conclusione che i potenziali benefici noti superano i potenziali rischi noti». E che il bugiardino indica «la possibilità di effetti collaterali aggiuntivi a quelli elencati». Pfizer addebita così ogni responsabilità agli Stati che hanno autorizzato la messa in commercio del farmaco.

La 48enne e il suo avvocato stanno valutando la possibilità di citare Pfizer in giudizio. «Pfizer mi deve risarcire – spiega Rosina – ma dovrebbe pensare anche a finanziare la ricerca sugli effetti collaterali e avversi del suo vaccino, così che possa essere curato nel modo migliore chi è colpito da queste reazioni».

Subito dopo la prima dose la malattia si manifestò con piccole lesioni e ulcerazioni in bocca, che Rosina scambiò per afte. E poi, quindici giorni dopo la seconda dose, arrivarono i primi problemi alle dita dei piedi, alle ascelle e all’inguine. Con un peggioramento costante e spaventoso, soprattutto per quanto riguarda il piede destro, con eruzioni cutanee, lesioni e ulcerazioni, nei mesi seguenti. Il sospetto pemfigo fu diagnosticato solo a settembre e la svolta per Rosina arrivò grazie all’incontro con la dottoressa Camilla Vassallo del San Matteo di Pavia. «Non la ringrazierò mai abbastanza. Mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: sarà lunga, ma ne uscirà. Per le lesioni ai piedi ho dovuto usare anche una sedia a rotelle, perché non riuscivo più a camminare, e un pannolone per le continue e inarrestabili perdite di liquidi dalle ulcerazioni. Ma la cura funziona, ad agosto ho potuto togliere le bende e ora sto meglio».

Cosa pensa del vaccino anti Covid? «Io non lo volevo fare, avevo sentito della possibilità di effetti collaterali. E poi non ho mai preso il Covid, anche se sono stata vicina a persone ammalate. Alla fine ho fatto il vaccino per altruismo, non per me stessa ma per gli altri, per non contagiare qualcuno. Come potevo immaginare quello che mi sarebbe successo? È chiaro che oggi non consiglierei questo vaccino, anche perché la mia esperienza mi dice che chi ha reazioni avverse non viene tranquillizzato e curato, come dovrebbe sempre avvenire quando si è malati. Ma non sono contro i vaccini in generale».

FONTE

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