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Fouad Benlahbil, 40 anni, mercoledì mattina 9 febbraio è stato trovato senza vita nella sua abitazione a Villa Cadè, frazione di Reggio Emilia. L’uomo, di origini marocchine e in Italia con permesso di soggiorno, da tempo viveva e lavorava a Reggio, principalmente come bracciante agricolo. Il suo impegno serviva anche e soprattutto per aiutare la moglie e i suoi due figli piccoli, rimasti in Marocco.
A trovarlo privo di vita è stato il suo coinquilino, poco prima di mezzogiorno di mercoledì. Immediata la chiamata al 118, ma quando i soccorritori sono arrivati sul posto per il quarantenne non c’era già più niente da fare.
La sua improvvisa e prematura scomparsa ha colpito chi lo conosceva e lo aveva visto anche recentemente in buono stato di salute.
Qualcuno ha collegato in qualche modo la drammatica vicenda alla somministrazione della terza dose del vaccino anti-Covid, che l’uomo si sarebbe fatto somministrare circa una settimana fa.
I conoscenti raccontano infatti che Fouad Benlahbil si fosse sentito poco bene dopo aver ricevuto il “booster” con cui avrebbe completato il proprio ciclo vaccinale e che, per questo motivo, fosse stato anche ricoverato all’ospedale Santa Maria Nuova. A distanza di pochi giorni dalle dimissioni è avvenuto il tragico ritrovamento nell’appartamento in cui abitava.
Ora la salma di Fouad Benlahbil – che è stata trasportata all’obitorio del cimitero Nuovo di Coviolo mercoledì sera – è a disposizione dell’autorità giudiziaria. La procura di Reggio ha aperto un’inchiesta per capire cosa sia successo nella casa di Villa Cadé, cosa abbia provocato la morte del quarantenne e quando sia avvenuto il decesso del bracciante agricolo.
Il sostituto procuratore di turno ha deciso anche di procedere con l’esame autoptico, i cui risultati saranno importanti per fare luce sulla vicenda.
Dall’Ausl di Reggio, viste le indagini in corso, non rilasciano dichiarazioni in merito al percorso clinico del quarantenne, né per quanto riguarda la vaccinazione né tantomeno sul suo ricovero.