• Aprile 26, 2024

Figliuolo regala le dosi in ECCESSO di “Pfizer e Moderna ai Paesi poveri”, poi cerca di inoculare i migranti ucraini…ma nel frattempo ne acquista ancora

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A quanto pare il governo italiano ne ha messa a segno un’altra delle sue. Mentre attività commerciali e turistiche sono state costrette a chiudere definitivamente i battenti, affamate dalle scellerate chiusure senza ristori adeguati, i Paperon de Paperoni delle pubbliche finanze si mettono a regalare in giro i vaccini già acquistati e in eccesso.

Succede come riportato da Il Tempo , che le dosi sono troppe, quindi verranno donate all’estero. Il nostro Paese si è spinto molto avanti e adesso ha i magazzini pieni di vaccini contro il Covid. La campagna, infatti, ha subito una brusca frenata. Ormai è stato raggiunto il 90% di persone con più di 12 anni che hanno completato il ciclo primario, mentre l’83% ha fatto anche la dose booster. Allo stesso tempo, però, non è previsto un rallentamento delle consegne.

Outlet vaccini dunque.

 Il primo marzo, il generale Figliuolo ha scritto alle Regioni: «Buona parte delle dosi di vaccino mRna (Pfizer e Moderna, ndr) in eccesso nella seconda metà di marzo e nel mese di aprile è stata resa disponibile alle donazioni, sia per supportare paesi in difficoltà sia per non generare surplus di vaccino superiore alle esigenze previsionali».

Eppure, la struttura commissariale ha continuato ad acquistare altri vaccini ancora in attesa del via libera da parte delle autorità regolatorie. Sono i sieri prodotti da Sanofi/Gsk e da Valneva. Non utilizzano la tecnologia a mRna, come Pfizer e Moderna, ma sono considerati «tradizionali». Dovrebbero servire per convincere gli ultimi italiani non ancora vaccinati. Di Sanofi/Gsk abbiamo già ordinato 10 milioni di dosi, per una spesa di 40 milioni di euro, di cui 10 milioni già liquidati. Per Valneva, invece, è stato fatto un accordo per un milione di dosi al costo di 16 milioni di euro. Sarà molto difficile che vengano utilizzate tutte. Anche perché da inizio marzo sono iniziate le somministrazioni di un altro vaccino: il Novavax. E le adesioni non sono alte.

Insomma, non sanno davvero più che farsene di questi vaccini acquistati con il pane strappato di bocca alle famiglie italiane, ma il generale Figliuolo sembra avere un’altra splendida idea per smaltire le ingombranti e scottanti scorte di farmaci biologici : vaccinare i profughi in fuga dalla tormentata Ucraina.

Come riportato da la Repubblica, il commissario straordinario per l’emergenza, generale Francesco Figliuolo, in uno slancio di improvvisa quanto salvifica generosità, ha scritto alle amministrazioni locali una lettera dal titolo “Profilassi vaccinale anti SARS-CoV-2 in favore dei cittadini di nazionalità urcaina” intimando un appello alle regioni: “Le Regioni si impegnino per vaccinare i profughi provenienti dall’Ucraina“.

Figliuolo chiede di comportarsi come nell’agosto scorso nei confronti dei cittadini afghani. “Questa struttura – specifica il responsabile dell’emergenza – rimane a disposizione per ogni forma di collaborazione finalizzata a garantire massima rapidità nell’esecuzione dell’attività di vaccinazione”. L’Ucraina è uno dei Paesi dove l’adesione alla campagna vaccinale è stata bassissima. Appena il 35% degli abitanti ha completato il ciclo. Per questo per le Regioni non sarà facile convincere i profughi. Teoricamente tutti coloro che entrano in Italia, se non hanno fatto il vaccino, devono comunque fare il tampone. “Come noto – scrive Figliuolo – a seguito degli eventi attualmente in corso in Ucraina, nei giorni scorsi sono giunti in Italia numerosi cittadini di nazionalità ucraina e tale afflusso continuerà certamente nelle prossime settimane. Si ritiene opportuno offrire la possibilità di vaccinare anche queste persone.

Sembrebbe però non profilarsi un compito facile per il pennuto generale, come riportato da la Repubblica, presso l’hub della stazione Termini, diventato nel frattempo nel giro di una notte il polo di accoglienza sanitaria per i cittadini in fuga dall’Ucraina, non ci sono persone disposte a ricevere l’iniezione. Su 12 profughi ucraini giunti in mattinata solo 2 due, mamma e figlia 15enne, hanno acconsentito. Una questione culturale, forse. O forse religiosa, chissà si chiedono i più curiosi.

Noi un’idea ce l’avremmo, nel frattempo vedremo a chi saranno appioppate le migliaia e migliaia di costosissime dosi.

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