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Nonostante (o a causa di?) un tasso di vaccinazione inferiore rispetto a Austria e Germania, il capitolo Covid in Svizzera è ora (provvisoriamente?) chiuso. Dal 1° aprile, anche gli ultimi regolamenti sono caduti. Coloro che sono risultati positivi non sono più isolati, coloro che sono malati sono invitati a rimanere a casa. Come prima del 2020.
Il 1° aprile è una vera giornata di libertà per la Svizzera. Da venerdì, tutti le restrizioni Covid sono decadute. Non c’è alcun obbligo di mascherina da nessuna parte, né è necessario ammalarsi, infettarsi o mettersi in quarantena con un test positivo. A poco più di due anni dai primi regolamenti di lockdown, la politica autoritaria del Covid è giunta al termine. Almeno per ora.
La Svizzera ha finito
Chiunque si ammali dovrebbe ovviamente rimanere a casa. Come poco prima di marzo 2020, ma non ci sarà più un avviso ufficiale di segregazione. Gli ultimi requisiti di mascherina nel trasporto pubblico e nel settore sanitario sono in calo. In Svizzera non c’è mai stato un obbligo FFP2.
Il Consiglio federale, il governo svizzero, pone fine alla “situazione speciale”, cioè lo stato di emergenza. Affrontare il Covid è quindi ancora una volta di competenza dei Cantoni. A metà febbraio la Svizzera aveva già revocato la maggior parte delle restrizioni Covid. Il 2G non è mai esistito in Svizzera.
Il Consiglio federale spiega come segue l’abrogazione di tutte le disposizioni di legge: «Grazie all’elevato livello di immunizzazione della popolazione, nelle ultime settimane non si è registrato un aumento significativo del numero di pazienti Affetti da Covid-19 nelle unità di terapia intensiva. Una minaccia per la salute pubblica è improbabile nei prossimi mesi”.
“Credo che dopo due anni in modalità crisi, sia davvero il momento di porre fine alle misure“, ha detto il ministro della Salute Alain Berset ai media a Berna giovedì. Anche l’app Svizzera Covid sarà disattivata.
La Svizzera prevede una fase endemica e “ondate stagionali di malattia”. Ora sta iniziando una “fase di transizione di un anno” – politicamente – per essere in grado di reagire rapidamente ai nuovi sviluppi. Questo vale per i test, la vaccinazione, il tracciamento dei contatti e il monitoraggio degli ospedali. Uno rimane in osservazione.
Università eccezioni
Tuttavia, è improbabile che la mascherina sia rimossa ovunque: è probabile che alcune università, come l’Università di Zurigo, continuino a mantenere l’obbligo della mascherina. Il che è notevole, ma non sorprendente. Le università stanno giocando una sorta di “avanguardia Covid” da qualche tempo e stanno eseguendo i requisiti dello stato in modo ancora più rigoroso.
Questo fenomeno non si limita alla Svizzera: a Vienna, ad esempio, l’Unione austriaca degli studenti (ÖH) ha chiesto con veemenza il “2G”, cioè l’esclusione delle persone senza il certificato sanitario adeguato. Anche a Berlino, dove le mascherine sono rimosse in gran parte, le università stanno facendo lo stesso tipo di politica. La mascherina rimane, si raccomanda il controllo “volontario” dei certificati.
Rispetto all’Austria e alla Germania, la Svizzera ha un tasso di vaccinazione più basso, quindi la nuova libertà svizzera, certamente non può essere dovuta a questo.