• Aprile 27, 2024

L’ultima testimonianza di Rita, 36 anni (Comitato Ascoltami). “Vie aeree ostruite dopo 2 dosi, ossigeno a vita”

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L’ultima testimonianza di una giovane resa invalida dopo il vaccino Covid è stata pubblicata ieri, venerdì 21 luglio, dai canali del Comitato Ascoltami.

“Mi chiamo Rita, ho da poco compiuto 36 anni e sono di Napoli. Preciso che non ho mai avuto problemi di salute, lavoravo e avevo una vita molto attiva” esordisce la donna.

Il 5 giugno 2021 e il 10 luglio 2021 Rita si è sottoposta alla prima e alla seconda dose del vaccino Covid Pfizer e, dopo dieci giorni dalla seconda dose, ha iniziato a stare male con dolori forti per tutto il corpo, formicolio e poi in particolare alla parte bassa delle gambe, dalle ginocchia in giù.

“Il medico di base mi prescrive delle pillole Mioven, attribuendo tali dolori all’uso del condizionatore o dolori alle vene – racconta la donna – Dopo questi dolori durati all’incirca una settimana, è iniziato un forte affanno notato per la prima volta dopo una rampa di scale. Da inizio Agosto 2021 inizia tutto a peggiorare e, insieme all’affanno, è pervenuta la tosse secca, un rantolo alla gola e sensazioni di occlusione al petto e battiti del cuore che iniziano a salire rispetto alla media”.

A questo punto viene presa in considerazione dal medico di famiglia un’asma severa bronchiale, anche non avendo Rita una storia clinica della stessa alle spalle (dettaglio considerato fondamentale per una patologia asmatica così severa).

Rita non ha mai sofferto d’asma, né mai ha avuto problemi respiratori in passato, né vi sono casi nella sua famiglia.

“Ho effettuato prove allergiche risultate tutte negative. Da settembre a novembre inizio a recarmi da diversi specialisti, allergologa, otorino, pneumologo, cardiologo, due volte al pronto soccorso ma nessuno capiva. Nel frattempo, seguono due bronchiti (da allora inizia tosse con muchi che ho ancora tutt’ora) nel giro di poche settimane, che mi portano ad un primo ricovero all’ospedale Monaldi risalente a Novembre 2021”.

Rita arriva in ospedale in condizioni gravi, non si reggeva più in piedi, saturazione 85 e inizia una terapia con altissimi dosaggi di cortisone 120 mg al giorno, ossigeno, ventolin endovena per 7 giorni di seguito e alti flussi.

“Dopo 15 giorni di degenza, risulto positiva al Covid (contagiata dagli infermieri e dottori e il reparto verrà chiuso) e vengo trasferita per altri 15 giorni all’ospedale Covid di Maddaloni (Caserta) dove vengo sottoposta a cure con anticorpi monoclonali. Ci tengo a precisare che tale infezione non ha portato ulteriori complicazioni”.

Siamo a fine dicembre e nel frattempo, Rita, non aveva mai fatto una spirometria per iniziare ad avere una diagnosi, perché le condizioni di salute non lo permettevano. Da quel primo ricovero, Rita non abbandonerà mai più l’uso dell’ossigeno.

“Successivamente, in modo sconsiderato, mi verrà proposta la riabilitazione presso una struttura convenzionata di riabilitazione respiratoria l’Istituto Maugeri IRCCS di Telese (Benevento), dal 19 gennaio 2022 al 16 febbraio 2022. Dopo che mi viene confermata l’inutilità delle 4 settimane di riabilitazione, arrivata lì senza una diagnosi, vengo dimessa con consiglio di rivalutazione della Diagnosi presso il Monaldi”, continua il racconto di Rita.

Si arriva così al 4 marzo 2022 e per Rita iniziano i day hospital all’ospedale Monaldi di Napoli. Dalle indagini effettuate sembra che Rita abbia “un’embolia polmonare” e una insufficienza respiratoria secondaria a ostruzione bronchiale non reversibile con alterazione di grado moderato/severo della DLCO, con ipotesi di patologia combinata polmonare/ vascolare.

Ciò è stato diagnosticato con prove funzionali di respirazione, scintigrafia e angio tac. D-dimero però sempre negativo.

“Faccio una terapia massimale di farmaci cortisonici da settembre 2021, per asma e terapia con myairvo, ma la situazione è sempre la stessa da mesi, non rispondo a nessun farmaco. I dottori mi hanno detto che come terapie farmacologiche non c’è più nulla da provare, sono con ossigeno a 5 litri per sforzo da novembre 2021, quindi non riesco a far nulla senza, desaturo anche con pochi passi e anche camminando per un tratto più lungo con ossigeno. Dopo un mese di esami invasivi, il Monaldi mi propone come alternativa alla cura farmacologica, un intervento di termoplastica bronchiale presso gli Ospedali Riuniti di Ancona”, aggiunge Rita.

Viene poi ricoverata ad Ancona dal 30 maggio al 1 luglio, periodo durante il quale a Rita viene sconsigliata la termoplastica bronchiale per presenza di ipotetica embolia e presenza di bronchiectasie.

“Lì mi rifanno esattamente gli stessi esami invasivi eseguiti al Monaldi, e dalla scintigrafia si evidenziano queste ostruzioni ai capillari piccoli dei polmoni aumentate da marzo a giugno; embolia? Aumentata addirittura con anticoagulante? Alcuni dottori confermano ma altri smentiscono e parlano di asma grave. Nessuno fornisce diagnosi certa. Nel completo sconforto (passato 1 anno, 5 ricoveri e nessuna diagnosi o soluzione) contatto l’ospedale di Padova, vengo nuovamente ricoverata a luglio, e i dottori mi confermano di non avere embolia, quindi ho curato un’embolia con anticoagulante per 4 mesi inutilmente, e mi propongono, una terapia biologica Nucala per asma eosinofilica, anche se gli eosinofili sono bassi hanno voluto tentarla lo stesso perché non ho altre alternative”.

A luglio 2022 Rita si sottopone alla prima iniezione, ma ad oggi è ancora con l’ossigeno a 4 litri, per tutti gli sforzi, e fa fisioterapia a pagamento a casa.

“Ho effettuato un altro ricovero all’ospedale di Padova il 4 maggio 2023. I referti ultimi, tac e scintigrafia polmonare, mostrano ostruzioni gravi delle piccole vie aeree bronchiali e che tutto è rimasto uguale a un anno fa. Il primario mi ha riferito che non c’è altro più da fare… tutto ciò che faccio è già cura massimale e che dovrò restare così… Ho iniziato l’ossigeno ozonoterapia il 19 giugno, e ho iniziato una cura galenica per 3 mesi, per cercare di vedere se cambia qualcosa”.

FONTE

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