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Martino Zanetti, titolare e presidente del Gruppo Hausbrandt, di lui si è parlato molto di recente, protagonista della cronaca per essere stato lasciato fuori dal Sigep di Rimini. L’imprenditore e artista trevigiano non era in possesso del super green pass e la fiera Sigep di Rimini, in pieno svolgimento, non l’ha fatto entrare.
L’imprenditore ha immediatamente inviato all’ufficio stampa che segue la comunicazione di Hausbrandt un comunicato di fuoco: «In un momento difficile per l’economia italiana, in cui le aziende cercano di dare il massimo per sviluppare i contatti e le relazioni con i clienti italiani e stranieri, mi è stato negato l’accesso al Sigep di Rimini».
«Questo atteggiamento radicale e intimidatorio da parte dell’Ente Fiera – attacca il titolare dell’azienda che ha sede a Nervesa della Battaglia, Treviso – ha creato un grosso danno morale e materiale a un imprenditore stimato e sempre propositivo nel mondo dell’imprenditoria del settore alimentare, impedendogli in modo categorico la possibilità di incontrare gli operatori presenti in Fiera e di portare avanti trattative importanti, che erano già state programmate». Quanto avvenuto viene giudicato dall’imprenditore «gravemente lesivo della libertà individuale e fortemente limitativo del diritto di poter fare impresa in un Paese “democratico”. Si dimostra un comportamento scandaloso da parte di Sigep, che non ha voluto trovare alcuna possibilità di confronto.»
Ma Zanetti si era già esposto in passato, come riportato da il sussidiario l’imprenditore, notoriamente critico nei confronti delle restrittive e lesive misure covid adottate dal governo, era già sceso in campo con i portuali di Trieste durante le proteste contro il green pass, è inoltre intervenuto in una manifestazione che si tenne a Santa Lucia di Piave, qualche mese fa.
Aveva già espresso la sua posizione in una nota in cui riferiva di appoggiare e avvalorare “il ripristino della legalità, dei principi costituzionali e della democrazia mancanti in Italia in questo momento”. Un comunicato in cui dichiarava: “siamo attualmente senza libertà e senza sicurezza al posto del buon senso imperano poca chiarezza e poca lungimiranza”. Per Zanetti la libertà personale col green pass “è stata messa in secondo piano nel nome di una falsa tutela collettiva con il risultato di non avere né l’una né l’altra”.
Nel suo intervento a Santa Lucia di Piave Martino Zanetti fu molto più duro, soprattutto nei confronti del generale Figliuolo. “Io sono ufficiale degli alpini e voglio stigmatizzare l’imbecillità di mandare dei militari col fucile puntato in mezzo alle carrozzine. E un generale finto alpino se ne vanta. Gli ho scritto una lettera, non è un gentiluomo. Hanno dimenticato quello che hanno giurato”. L’imprenditore, ha anche attaccato la classe politica, arrivando a toni pesanti. “Noi abbiamo alcune figure, non faccio nomi, che sono tiranni, illegali. Onore alla polizia e ai carabinieri che fanno una fatica enorme per fare il loro dovere e obbedire a qualcosa che non è legale”. “Bisogna rivoltare come un calzino questa porcheria che continuano a chiamare Stato. Non esiste lo Stato italiano, esiste l’Italia, esistiamo noi, lo Stato non esiste più, lo abbiamo svenduto”.
Nella stessa occasione si espresse anche contro i vaccini anti Covid. “Si ordina alla gente di farsi bucare quando la Costituzione dice che il corpo è inviolabile. Ficcare dentro al corpo una porcheria. Una mia collaboratrice ha fatto il terzo vaccino e continua a curarsi con gli antistaminici. Non fatevi il terzo vaccino. Quello che stiamo vedendo è il nazismo della peggior specie”.
Che dire, un uomo coerente. Figura più unica che rara di questi tempi.