Migliaia di pubblicazioni scientifiche e casi clinici peer-reviewed da consultare
I colossi della farmaceutica americana Pfizer e Merck sono competitors nel nuovo business delle pillole antivirali covid: da una parte il farmaco Paxlovid di Pfizer, dall’altra il Molnupiravir di Merck.
Il 18 novembre, l’Amministrazione Biden aveva annunciato l’investimento di 5 miliardi di dollari per 10 milioni di trattamenti con la pillola Paxlovid di Pfizer e, nella giornata di oggi, mercoledì 22 dicembre, è arrivato il via libera della FDA alla commercializzazione di Paxlovid negli USA.
Nel Regno Unito già ad ottobre sono state acquistate 480.000 dosi del farmaco Molnupivar di Merck autorizzato il 4 novembre. Nelle scorse ore il Governo inglese ha autorizzato l’acquisto di ulteriori 1,75 milioni di dosi delle pillole Merck, oltre a 2,5 milioni di dosi di un vecchio antivirale di Pfizer, il ritonavir.
Entrambe le case farmaceutiche sembravano, quindi, ben posizionate nell’ottenere ampi margini di mercato anche in Europa.
Ma nella giornata di oggi, mercoledì 22 dicembre, il colpo di scena.
La dichiarazione del Governo francese va, quindi, in netto contrasto con il parere dell’Agenzia europea del Farmaco (EMA) del 19 novembre, secondo cui, seppur non autorizzata, la pillola Molnupiravir di Merck (nome commerciale Lagevrio) può essere utilizzata
“per il trattamento di adulti con COVID-19 che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono ad alto rischio di sviluppare la forma grave della malattia. Lagevrio deve essere somministrato il prima possibile dopo una diagnosi di COVID-19 ed entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. Il medicinale, disponibile in capsule, deve essere assunto due volte al giorno per 5 giorni.
L’EMA ha formulato il suddetto parere per supportare le autorità nazionali che potrebbero decidere di approvare l’uso precoce del medicinale prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio, ad esempio in situazioni di uso di emergenza, alla luce dell’aumento dei tassi di infezione e decessi a causa di COVID-19 in tutta l’UE”.
Il riferimento del Ministro francese sugli “studi non buoni” è ai risultati degli ultimi studi di Merck di fine novembre con una riduzione dell’efficacia al 30%, minore rispetto alle previsioni del 50%.
Ma come mai il Governo francese interviene solo ora con i risultati di questo studio pubblicati il 26 novembre?
E’ evidente che questa mossa dell’esecutivo transalpino potrebbe lasciare il segno nella gara tra Pfizer e Merck, dando il via libera ad approvvigionamenti maggiori della pillola di Pfizer.
E, a differenza della pillola di Merck, proprio in relazione a Pfizer in questi mesi nessuno ha, invece, obiettato per la continua e rilevante diminuzione di efficacia del vaccino covid.