• Aprile 27, 2024

Onu, Soros e le multinazionali digitali intensificano la lotta contro la libertà di espressione e la libertà di stampa

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Del  Dr. Peter F. Mayer

Le organizzazioni centraliste e globaliste, dall’UE all’OMS all’ONU, stanno intensificando la censura e la soppressione della libera espressione. Questo sostiene gravi cambiamenti politici in cui l’industria farmaceutica, le società digitali e il capitale finanziario hanno un grande interesse.

Vengono promosse le varie campagne di vaccnazione, il passaggio dalla carne di origine agricola a quella di origine industriale e ad altri alimenti malsani, l’esproprio di appartamenti e case attraverso la prescrizione di classi minime di efficienza energetica, la fine delle auto private e simili. Allo stesso tempo, si assiste a un trasferimento di potere dai parlamenti e dai governi locali eletti a organismi come l’OMS, il WEF, l’UE o le Nazioni Unite.

L’UE sta ampliando sempre più le misure di censura per salvaguardare le proprie politiche e impedire ai cittadini europei di essere informati in modo indipendente. Allo stesso modo, l’OMS sta per ricevere ampi poteri di censura attraverso il nuovo Trattato sulle Pandemie e la modifica del Regolamento Sanitario Internazionale. L’OMS ha appena assunto Vanessa Kerry, figlia del Segretario di Stato dell’amministrazione Obama, come vicedirettore generale  con responsabilità di “lobbying ad alto livello” e “promozione e adozione delle raccomandazioni dell’OMS”.

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L’ONU presenta uno strumento di “fact-checking automatizzato” per combattere la disinformazione con l’aiuto delle big tech e delle organizzazioni finanziate da Soros. Ancora una volta, gli interessi dei miliardari statunitensi e delle grandi aziende prevalgono con l’aiuto di organizzazioni come l’ONU.

In risposta a quella che definisce una “sfida globale” di “inquinamento dell’informazione online”, il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) ha lanciato la sua piattaforma iVerify per contrastare la presunta disinformazione e i discorsi di odio su Internet.

Lo “strumento automatizzato di verifica dei fatti” dell’organizzazione globale è stato sviluppato in collaborazione con il Centro internazionale di calcolo delle Nazioni Unite (UNICC), Meedan, il fact-checker finanziato da Facebook e Google, CrowdTangle alimentato da Meta e l’International Fact-Checking Network  (IFCN) finanziato da Soros.

Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo ha dichiarato che “la disinformazione e l’incitamento all’odio minacciano la pace e la sicurezza e colpiscono in modo sproporzionato coloro che sono già vulnerabili”.

Ha descritto il programma iVerify come uno “strumento automatico di verifica dei fatti che può essere utilizzato per identificare la disinformazione e prevenirne e contenerne la diffusione”. Il sistema è messo a disposizione dalle Nazioni Unite agli “attori nazionali” per aiutare a identificare, monitorare e rispondere alle “minacce all’integrità dell’informazione”.

“Il pacchetto di sostegno comprende, tra l’altro, strumenti digitali, moduli per lo sviluppo delle capacità, opportunità di partenariato e strategie di comunicazione e sensibilizzazione“, ha dichiarato l’ONU.

Lo strumento di fact-checking automatizzato potrebbe presto avere un impatto sul mondo, poiché la piattaforma viene utilizzata attivamente in Sierra Leone in vista delle elezioni generali del 24 giugno.

L’ONU ha dichiarato che l’Associazione dei giornalisti della Sierra Leone (SLAJ) e la Rete radiofonica indipendente (IRN) utilizzeranno lo strumento “per rafforzare la capacità nazionale di identificare e rispondere in modo proattivo alla disinformazione e ai discorsi di odio”.

Sfruttando la potenza dell‘intelligenza artificiale, il sistema automatico segnalerà “contenuti potenzialmente falsi o dannosi”, che saranno esaminati da un team di verificatori finanziato in parte dai governi di Canada, Irlanda, Islanda e Unione Europea.

Il progetto per la Sierra Leone si avvale anche della collaborazione di BBC Media Action, che, secondo le Nazioni Unite, contribuirà alla ricerca e alla produzione di contenuti per i social media, al fine di “promuovere l’alfabetizzazione mediatica e aumentare la consapevolezza della disinformazione e della cattiva informazione”. Il sistema prevede la creazione di siti di segnalazione dedicati su WhatsApp, Facebook Messenger e Twitter.

Il sistema iVerify, sperimentato per la prima volta in Zambia nel 2021, sarà utilizzato anche in vista delle elezioni liberiane di ottobre, con il supporto delle ambasciate irlandese e svedese nel Paese e della californiana Internews.

Il professore canadese Jordan Peterson ha definito il sistema di fact-checking automatizzato un “incubo orwelliano che si svolge in tempo reale… per gentile concessione dei centralisti globalisti”.

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