• Marzo 29, 2024

Aveva artrosi venosa ma non lo sapeva e il vaccino J&J è “concausa minima” della sua morte. Richiesta archiviazione per il decesso dell’editore Alessandro Cocco, morto per trombosi dopo il vaccino

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Si era vaccinato in vista del suo matrimonio ma è morto dopo pochi giorni per emorragia cerebrale.

Oggi, 31 gennaio, la Procura ha stabilito: “Non si ritiene possibile affermare oltre ogni ragionevole dubbio” che il vaccino “sia stata la causa unica ed esclusiva nella determinazione” della morte di Alessandro Cocco, il 54enne deceduto per una trombosi nel Policlinico di Bari il 15 giugno 2021, dopo la somministrazione del vaccino Johnson & Johnson.

Secondo i consulenti della Procura di Bari il vaccino avrebbe “con maggiore probabilità agito come concausa minima”, perché il 54enne soffriva di una pregressa artrosi venosa e del deficit della proteina S che non sapeva di avere.

Sulla base di queste valutazioni, la pm Larissa Catella ha chiesto l’archiviazione del caso.

Alessandro Cocco è morto il 15 giugno al Policlinico di Bari, dove era ricoverato in rianimazione.

Residente nel capoluogo pugliese ma romano di origine, Alessandro Cocco era stato ricoverato dopo aver ricevuto, all’hub di Alberobello, lo scorso 26 maggio il vaccino monodose anti-Covid Johnson&Johnson. In un altro ospedale barese, i medici gli avevano prescritto una terapia farmacologica «per trombosi venosa periferica», ma le condizioni sono peggiorate e il 12 giugno il 54enne è stato portato al pronto soccorso del Policlinico – che aveva segnalato «il sospetto caso avverso» all’Aifa – e ricoverato in rianimazione. 

Cocco avrebbe dovuto sposarsi in seconde nozze venerdì con la rutiglianese Milena Palumbo, 35 anni, direttore editoriale della NeP (in catalogo libri di poesia, narrativa, opere scientifiche, testi didattici, scritti di saggistica, biografie e testi storici). Ha avuto i primi sintomi undici giorni dopo l’iniezione del vaccino Johnson & Johnson. Ha deciso di andare all’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti il giovedì, poi è ritornato a casa. Ma il venerdì la situazione è peggiorata, quindi in serata si è rivolto al Pronto soccorso del Policlinico. 

«Si precisa – aveva confermato l’ospedale barese – che l’uomo è arrivato al pronto soccorso il 12 giugno scorso già in terapia farmacologica prescritta in altra sede, per trombosi venosa periferica».

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