Migliaia di pubblicazioni scientifiche e casi clinici peer-reviewed da consultare
“Fanno bene i ragazzi a protestare, se avessi 50 anni di meno scenderei in piazza anch’ io. Stiamo mettendo una palla di piombo ai loro piedi. Ricordo che ci sono liceali che hanno fatto due terzi del loro percorso tra Dad e altre forme di didattica strane”.
Allentare le restrizioni anche nelle scuole. È il pensiero del coordinatore del Cts Agostino Miozzo rilasciato in un’intervista a ‘La Stampa’. “La situazione è diventata pesante, la gente è stanca e la situazione lo consente” spiega Miozzo che si dichiara fautore degli obblighi vaccinali e a favore dell’utilizzo del Green pass nei bar, nei ristoranti e negli altri luoghi dove è richiesto, almeno fino al 31 marzo, scadenza dello stato di emergenza.
“La discriminazione in ambito scolastico non mi piace. Bisogna evitarla utilizzando un monitoraggio costante attraverso tamponi a tappeto. A scuola sono state ridotte le quarantene, sono valutazioni di carattere politico che mi pare abbiano poco di scientifico”. Così alla Stampa il coordinatore del Cts Agostino Miozzo, sottolineando che “non mi sembra che il Cts si sia espresso su questo aspetto. Bisogna certamente comprendere che siamo in emergenza e che nelle scuole quando si uscirà dall’emergenza coronavirus si passerà a un’emergenza sociale che vedrà esplodere la rabbia e la contestazione”.
Le soluzioni? Miozzo fa il confronto con li altri Paesi dell’Ue dove gli studenti si sottopongono anche a due tamponi a settimana mentre in Italia il tracciamento sembra una “sfida insormontabile”. L’idea potrebbe essere quella di un sistema sanitario dedicato tornando al medico scolastico oppure affidarsi agli infermieri per garantire un adeguato sistema di tracciamento.
Miozzo è anche contrario alla Dad che “non può essere un escamotage per affrontare problemi antichi e irrisolti” e pensa che la soluzione sia quella di ridurre le classi visto che gli impianti di ventilazione sono costosi e complessi da installare in scuole che spesso sono vecchi edifici.
“Com’ è possibile delegare alla famiglia l’onere in termini di tempo e denaro dei tamponi e dell’auto-sorveglianza? È un incubo”