• Aprile 23, 2024

Disastro booster, dai dati ISS l’evidenza: contagi, ospedalizzazioni e terapie intensive più probabili tra chi ha 3 dosi rispetto a chi ha completato il ciclo primario

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Per chi ha meno di 60 anni, scrive oggi La Verità, la terza dose è un flop.
Dai dati ISS infatti emerge ciò che abbiamo più volte ribadito ovvero che quelli che hanno ricevuto la terza dose hanno più probabilità d’infettarsi, finire in ospedale e persino in terapia
intensiva.

Ne avevamo parlato QUI, “Un richiamo regolare è poi a mio avviso immunologicamente non benefico aveva asserito il Professor Andreas Radbruch  esperto del Bundestag tedesco.

Il boostering frequente è immunologicamente senza senso, al più tardi dalla quarta vaccinazione si verifica un effetto “sazietà” . Uno studio israeliano ha recentemente descritto l’efficacia della quarta vaccinazione contro Omicron. Non è particolarmente impressionante. La seconda vaccinazione pone una buona base. Se poi aspetti che il sistema immunitario reagisca e vaccini solo una terza volta dopo sei mesi, hai una spinta decente, e quindi il sistema immunitario è “efficiente”perché si è abituato al vaccino e ha sviluppato una memoria immunologica stabile. Alla quarta dose si ottiene di nuovo un po ‘di reazione, alla quinta e alla sesta quindi probabilmente niente più. Il sistema immunitario si adatta e ad un certo punto non reagisce più allo stimolo. L’aumento frequente potrebbe anche portare all’effetto opposto.

Il “peccato originale antigenico“, questo il termine tecnico, descrive un effetto in cui il sistema immunitario si imprime su un certo vaccino. Se ora si aumenta costantemente fino a quando il sistema immunitario è davvero sovrasaturo, e poi arriva una variante che sia molto simile, ma più pericolosa, non si potrà ottenere nulla con questo vaccino, anche se ne assumesse uno aggiornato. Il sistema immunitario non reagirebbe più. Ecco perché questi booster costanti non sono utili”, concludeva.

D’altro canto oramai è sotto gli occhi di tutti il fallimento vaccinale. Ognuno di noi ha accanto persone vaccinate e non, e avrà notato quanto l’infezione sia più severa nei soggetti vaccinati rispetto a quelli non vaccinati, soprattutto sotto i 60 anni è assolutamente evidente.

Di questo, dell’IMMUNITA’ NATURALE abbiamo più che ampiamente discusso in quest’ultimo anno. Solo qualche esempio:

Potremmo davvero continuare a riportare decine e decine di articoli, (Vi invitiamo a visitare il nostro sito e ricercare gli argomenti relativi all’ IMMUNITA’ NATURALE per farvi un’idea della mole di studi e pubblicazioni scientifiche prodotti in questi ultimi mesi, a sostegno)


“Veniamo alle ultime, clamorose rilevazioni, che riguardano gli under 60”, scrive La Verità.

Dal report dell’ISS, aggiornato al 18 maggio, il giornale trae 3 conclusioni abbastanza ovvie per chi ancora è dotato di un minimo di razionalità e discernimento logico, ovvero:

  1. Chi ha ricevuto la terza dose si infetta molto di più di chi si è vaccinato solo con due dosi da oltre quattro mesi. Tra 40 e 59 anni, addirittura, gli italiani con il booster si contagiano di più anche dei non vaccinati

2. Chi ha ricevuto la terza dose finisce in ospedale di più di chi si è vaccinato con due dosi da meno di quattro mesi – e questo vale sia tra 12 e 39 anni, sia tra 40 e 59.

3. Chi ha ricevuto la terza dose finisce in terapia intensiva di più di chi si è vaccinato con due dosi, indipendentemente dal fatto che esse siano state somministrate da oltre o da meno di 120 giorni.


Da 12 a 39 anni, l’incidenza dei casi di Covid, dal 15 aprile al 15 maggio, è stata di 2.912* infezioni ogni 100.000 persone tra i non vaccinati, 1.218 tra i vaccinati da oltre quattro mesi, 3.054 tra i vaccinati più recenti e 2.892 tra i vaccinati con la terza dose.

*Per eseguire la proporzione ogni 100.000 persone, prendete il numero delle diagnosi per fascia di età, dividete per la popolazione relativa alla stessa fascia di età e poi moltiplicate per 100.000. Esempio – fascia di età 12-39 non vaccinati :

(51.813 : 1.779.269) x 100.000= 2.912

Da 40 a 59 anni, l’incidenza è stata di 2.429 casi tra i non vaccinati,1.493 tra i vaccinati da oltre 120 giorni, 2.712 tra i vaccinati da meno di 120 giorni e 2.683 tra chi si è sottoposto al richiamo.

E’ più che evidente il fallimento vaccinale, ma come la stessa Verità suggerisce, è atipico il numero relativo alle doppie dosi.
Una possibile interpretazione che condividiamo è che si tratti perlopiù di soggetti infettatisi dopo la seconda dose e che stiano usufruendo dei benefici dell’ IMMUNITA’ NATURALE.

Per i ricoveri in area non critica, i non vaccinati si dimostrano più vulnerabili dei vaccinati a vario titolo.

Gli under 60 vaccinati da oltre 120 giorni risultano meno a rischio sia dei vaccinati recenti, sia dei potenziati con booster.
Tra 12 e 39 anni, l’incidenza delle ospedalizzazioni, nei vaccinati meno recenti, è di 6,2 ogni 100.000 persone; in quelli da meno di 120 giorni è di 16,3; negli individui con 3 dosi è di 10,1.

Nella fascia anagrafica 40-59 anni l’incidenza varia dai 10,4 ricoveri tra i vaccinati da più di quattro mesi, ai 15,7 tra i vaccinati da meno di quattro mesi, agli 11,8 tra i vaccinati con booster.

E’ evidente che chi si è vaccinato di recente ha pochissima protezione nel contesto Omicron, si può parlare addirittura di efficacia negativa, e anche di questo avevamo già parlato:

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